Silverio Cortesi
Curriculum professionale e artistico
Nativo di Bergamo, dopo gli studi classici giovanili si dedica al Jazz dapprima col pianoforte, suo primo strumento, e in seguito con la tromba. Nel 1972 si trasferisce a Roma: qui si unisce al gruppo dei giovani jazzisti che gravitano intorno a Giorgio Gaslini presso il conservatorio di Santa Cecilia. In questi primi anni romani collabora e costituisce gruppi con Massimo Urbani, Maurizio Giammarco, Tommaso Vittorini, Bruno Tommaso, Michele Iannaccone, Paolo Damiani, Eugenio Colombo, Martin Joseph e altri.

Di ritorno da un lungo viaggio in Oriente alla ricerca di modi musicali da noi “superati” approda nella realtà dell’Associazione Musicisti di Testaccio, primo caso in Italia di istituzione musicale votata alla elevazione della cultura musicale di base, nel primo momento storico del nefasto appiattimento mass mediatico. Partecipa attivamente al gruppo ed è quindi, insieme agli altri, socio fondatore del Circolo Culturale “Scuola Popolare di Musica di Testaccio” (1976).

Dopo l’esperienza di “Musica Prima” con Boris Porena, precorrendo i tempi, si dedica con passione, per un lungo periodo, all’insegnamento di musica nelle scuole dell’infanzia. Innumerevoli le esperienze di studio, di collaborazione di fondazione di gruppi che hanno rappresentato un modello in una sorta di risorgimento della cultura e della pratica musicale. Dei suoi maestri ricorda Bruno Gonizzi come una guida che fu capace di superare le distanze apparenti tra generi e stili diversi.

E’ co-rifondatore e direttore della Banda del Dopolavoro Ferroviario di Roma, direttore artistico delle stagioni concertistiche presso il “Teatro di Documenti” fondato da Luciano Damiani, Luca Ronconi e Giuseppe Sinopoli nelle stagioni 2002 – 2003 – 2004, arrangiatore e compositore free lance per artisti come: Giovanna Marini, Francesco De Gregori, Daniele Abbado, Pippo Delbono.

Dal 2007 è Direttore dell’Orchestra MuSa Jazz dell’Università La Sapienza di Roma.

Dal 1986 è Direttore della Banda della Scuola Popolare di Musica di Testaccio di Roma.

Nella pratica compositiva segue una propria consuetudine mutuata e assunta dalla giovanile esperienza orientale e divenuta ormai principio: sono i singoli esseri umani, prima delle note, che devono essere composti; quegli stessi musicisti che, producendo suoni, esprimono con gioia, fatica, passione e impegno l’armonia del gruppo.